Comune: Modena
Provincia: Modena
Edicola: Edicola di via Mascagni 2, di Giuliano Oleari


“Ciao, come stai, senti ti va di fare due pasi in centro? Si, certo ci troviamo al solito posto, all’edicola quella in angolo, si ti aspetto dai intanto leggo i titoli dei giornali”.
Inizia così un sabato mattina come tanti, quando metti in fila le sane abitudini e i momenti piacevoli del vivere quotidiano. Non è certo un atto eroico, ma a volte è piacevole sentirsi paghi di questa normale eroicità: alzarsi con la calma che è giusto dedicare alla vita, yoghurt, il sapone sul viso e quella telefonata, ogni sabato.
Ma pensa te, le prime volte quella scatolona grigia con la rotella, dovevi scegliere il numero e girare TAC TAC TAC, poi ancora e ancora 6 volte, senza prefisso, pensa se ci voleva il prefisso. Forse è per evitare di slogarsi una falange che non si doveva mettere il prefisso, perché le telefonate fuori distretto erano poche e fatte in fretta, con quel che costavano, caspita.
Ma poi il telefono mica serve per chiaccherare, quelle, le chiacchere si fanno guardandosi negli occhi, annusandosi, non basta scambiarsi il suono della voce per chiaccherare. Poi il sabato mattina l’edicola era il posto giusto per iniziare a chiaccherare, da lì iniziava il percorso che portava alla scoperta di noi e del mondo. Quel conversar di noi aveva necessità di sfiorarsi e poi di assaggiarsi reciprocamente, ecco quello era il gusto del conversare davvero nella nostra relazione.
Eccomi di nuovo li, di fianco all’edicola “Buongiorno”, sorrido all’edicolante che tanto ne vede passare di gente strana, come siamo tutti un po’ strani. Si, qualcuno a volte lo è più di altri, ma in fondo … Io a che categoria appartengo? Essere Umano in Perenne Attesa Senza Speranza, sarebbe EUPASS, una bella sigla, magari lo leggerò sabato prossimo sui titoli dei giornali esposti davanti all’edicola: “Bruxelles approva l’EUPASS, nuova procedura per i richiedenti asilo”.
A proposito di asilo, quello rosso delle suore, con un’edicola davanti e dentro Causio, Pulici, Graziani, Rivera e Mazzola. Dentro all’edicola, mica dentro l’asilo perché lì dentro, vabbè lasciamo stare. Magari sono diventato comunista perché la mia prima esperienza di socializzazione forzata è stata affidata alle suore.
“Il Manifesto, per piacere, ecco qui il coupun … Ah giusto oggi prezzo speciale 50 euro, posso con il bancomat? No ha ragione è un’edicola mica una gioielleria. Grazie”.
Anche questo lo mettiamo nella teca delle donazioni per la giusta causa e adesso partiamo dalla cosa per cui val la pena spendere questa cifra per 16 pagine di carta sgualcita: quotidiano comunista. Scritto in piccolo, corsivo, mica urlato come fan gli altri. Siamo dei signori di un tempo passato, alle elezioni si partecipa come andare al club, giusto per far vedere che siamo vivi, non per vincere, siamo forse tipi da polisportiva?
Caspita, la polisportiva, quella della scuola calcio, anche li davanti c’era un’edicola, i titoli del Milan che conquista la stella e che Berlusconi non era presidente e si poteva ancora tifare in pace, ma anche i titoli del primo vero scandalo scommesse, della retrocessione in B, anche sul campo, ma si può comprare uno come Luther Blissett? Berlusconi sicuro non se lo filava nemmeno. La Rosea la andai a prendere in edicola quel magico luglio del 1982 “Italia facci sognare!”, che belle le magie che l’edicola ti consegna in mano, è un pezzo di mondo che di colpo diventa tuo. Gli scudetti di squadre sorprendenti l’Hellas Verona e la Sampdoria di Boskov.
Dunque, non sono certo che sia reale, ma ricordo di esser passato in edicola, mentre andavo o tornavo dalla biblioteca, stavo studiando per qualche compito o esame, non ricordo e per rilassarmi compro la Rosea, leggo tutto, ma soprattutto leggo le sue dichiarazioni. Davvero ha detto “Partita è finita quando arbitro fischia”? E’ troppo surreale, credo sia un falso ricordo, forse mi ero troppo concentrato nello studio. Eppure credo anche di esser tornato indietro, si ho chiesto a Massimo l’edicolante, perché son tornato indietro e ho chiesto a lui? Perché non ho chiesto a uno dei miei scombinati, mezzo drogati compagni di studio, ma poi stavo studiando? No forse passeggiavo, era una bella giornata di sole al parco, le anatre svolazzavano e invadevano quello che la sera sarebbe stato il campo per un match amatoriale. Si son tornato da Massimo perché lui giocava a calcio con noi “Oh, ma davvero ha detto questa cosa?”
In edicola ci passavo anche per far commenti e trarre dotte conclusioni sui fenomeni dell’attualità e sui campioni della modenesità. Nativi e acquisiti, comunque modenesi. Come Julio Velasco che “Per far punto bisogna tirar la palla di là dalla rete” e di punti ne fece, ma non abbastanza, infatti passo ancora ogni giorno in edicola per vedere quel titolo e incorniciare la prima pagina “ItalVolley medaglia d’oro alle olimpiadi”, ma per carità nessuno si sogni mai di scrivere vice-campioni come han fatto i nostri vicini d’oltre-Secchia che hanno diffuso edicola per edicola il poster della squadra di basket vice-campione. O sei campione o non lo sei, cosa è un vice-campione, non si fanno titoli di questo genere. Son certo che i nostri edicolanti modenesi non sarebbero complici di un tale orrore semantico, ne voglio parlare con Giuliano la prossima volta che passo dal Mercato Albinelli. Ammesso che sia ancora lì, lui è della razza edicolante-itinerante: dal centro storico a Vaciglio, passando per i musicisti e ritorno … per Carpi-Suzzara-Mantova si cambia!
Ora basta con queste idee in libera uscita, ricordi e sensazioni per ingannare il tempo nell’attesa del nostro incontro. Sarà ancora come le altre volte? Ecco ci siamo, alzo la mano e saluto “Ciao”.
Mi risponde una femminea voce felina che sgorga da un nido di riccioli scuri, uno scuro e dolce sguardo profondo diretto verso me accompagna quel suono familiare “Ciao Papi!” e subito dopo un biondo squillo virile “Ciao, mi prendi le figu Panini?”
Piego i miei 50euro di quotidiano e lo infilo come abitudine nella tasca dietro dei pantaloni. I riccioli mi avvolgono, mi investono e richiamano la mia attenzione “Io Topolino, Papi!”
In fondo me la sono cercata, darsi appuntamento davanti ad una edicola, me la sono davvero cercata. Ho voluto tanto intensamente quel destino che ora è di nuovo davanti a me e mi dice “Buongiorno, come stai”.
Come vuoi che stia, ma ti rispondo “Cappuccio e croissant alla crema?”. Le passo Il Manifesto, provvedo alle figu e a Topolino “Arrivederci” e mentalmente penso “questa edicola è come una lanterna che continua ad illuminare questa piccola finestra dalla quale abbiamo il vizio di affacciarci sul mondo”