Comune: Formigine
Provincia: Modena
Edicolante: Christian Giusti ”Edicola Castello” Via S. Francesco D’Assisi, 41043 Formigine MO


A differenza del Guccini de ”La Locomotiva”, che del ferroviere protagonista della sua canzone non conosceva né il viso né la voce, il viso e la voce del signore che gestisce la ”mia” edicola accanto al castello di Formigine – presumo assieme alla moglie, se la signora che a volte lo sostituisce è effettivamente la moglie – li conosco. Anche se, a conti fatti, una cosa ci accomuna con il cantautore: anche io, come lui del suo ferroviere, non conosco il nome del mio edicolante. Eppure sono più di sei anni (tanti ne sono passati dal mio arrivo in città dalla Sicilia) che ci vediamo frequentemente, ed anche se non vivo più da quelle parti in prossimità del centro, e nonostante abbia altre edicole più vicine al mio domicilio attuale, continuo ad andare comunque da lui: dall’edicolante vicino al castello, appunto, quello ”senza nome”.
Se nei primi anni vissuti nella vecchia casa ho avuto modo di conoscere meglio la ”mia” libreria, con la cui proprietaria si è consolidato nel tempo un rapporto se non proprio di amicizia quantomeno di confidenza e stima reciproca, con il signore dell’edicola mi sono sempre fermato ai convenevoli di rito. Anche io, per lui, non ho un nome: sono solo il volto di uno dei suoi clienti, che entrano ed escono da quello spazio angusto che è la sua edicola. Eppure potrebbe sapere tanto di me, di come sono cresciuto in questi anni leggendo le cose comperate da lui; se dopo aver pagato, ringraziato e salutato si sia chiesto perché avessi preso un giornale anziché un altro; perché quel determinato libro. Sono tre le figure che potrebbero ”conoscere” una persona senza in realtà conoscerla nei fatti quotidiani cosiddetti: il libraio, il venditore di dischi e, appunto, l’edicolante. E, soprattutto, per chi viene catapultato in una realtà nuova come il sottoscritto di sei anni fa, non sapendo ancora nulla di ciò di cui si è circondati, allora queste tre figure fungono da approdo sicuro.
La libreria fortunatamente resiste ancora; il negozio di dischi ha ”dislocato”, come si dice freddamente; l’edicola del castello è sempre lì, a fare da punto di riferimento finanche visivo nel cuore di Formigine.
Il ”Settembre Formiginese” del 2015 era ormai alle battute finali, con una di quelle serate in cui anche se l’autunno non si è ancora fatto sentire sul serio il senso di smobilitazione dell’estate è comunque forte nell’aria. Una serata di swing e con swing: sul palco davanti al castello, infatti, dei ragazzi del Conservatorio di Mantova coordinati dalla formiginese Lorena Fontana rispolveravano vecchi successi dei vari Lelio Luttazzi e Gorni Kramer. Arrivo presto per la serata: una mezz’ora buona prima dell’inizio dello spettacolo, giusto per prendere confidenza con l’atmosfera. In mezzo alla gente che si concede una passeggiata tra bancarelle e profumi gastronomici tipici, mi dirigo spedito verso l’edicola con lo scopo di comperare qualcosa da leggere più per ”ammazzare” il tempo.
Entro, saluto, ma non vedo nessuno. Saluto di nuovo per attirare l’attenzione e, dopo aver sentito un trafficare di giornali, vedo emergere il signor edicolante dalla sua postazione: conosco bene questa, di smobilitazione, degli edicolanti a fine serata. Chiedo un quotidiano; egli risponde sorridendo con qualcosa di incomprensibile. Ho paura si tratti qualcosa in dialetto che non capisco, così chiedo scusa e glielo faccio ripetere qualche altra volta. Si trattava invece del nome di un quotidiano tedesco; ed evidentemente era un suo modo per intavolare due chiacchiere nei giorni dello ”scandalo Mercedes”. Un fiume in piena che io, nonostante non abbia grandi conoscenze tecniche nel campo automobilistico (un paradosso per chi vive a due passi da Maranello), cercavo di ”assecondare” per quanto potevo. Qualcosa come non mi/ci era mai capitato in questi ultimi sei anni. Dopo qualche minuto arrivò gente, così presi il resto e me ne andai; anche qui come un finale ”gucciniano”. Uscii ”stordito” dirigendomi verso lo swing, ma contento di aver fatto da ”sponda” al mio edicolante e magari con qualche nozione in più dalla mia.
Io stesso sono nipote di edicolante: mio nonno, per decenni, è stato un punto di riferimento autorevole del piccolo centro di cui sono originario. Un punto di riferimento umano e culturale. Ecco perché l’edicola, l’edicolante che abbraccia questa professione quasi per vocazione, vanno salvaguardati soprattutto di questi tempi ”liquidi”. Adesso, per forza di cose, conosco il nome del mio edicolante. Anche se questo sarebbe pure secondario.