Comune: Modena
Provincia: Modena
Edicola: Edicola di via Morane di Rosa di Maiolo


Successe la mattina del 2 di Aprile.
Una giornata di pioggia a Modena,come molte in quel mese.
Avevo parcheggiato al solito posto,tra la siepe e l’edicola di via Morane al angolo del parco.

Erano le 7:40,avrei preso il giornale (0,90 centesimi) e dopo sarei andato al bar per il primo caffè della giornata (1 euro). Dopo in studio.
Tutto come sempre.
Ero al telefono quando appoggiai gli spiccioli sul piattino di plastica,tesi la mano,ma niente.
“Allora?! Dormiamo stamattina?”
Mi voltai.
Ma al posto di quel vecchio baffuto,c’era una ragazza,poco più di 20 anni,capelli ricci,neri,con una cascata di lentiggini sulle guance. Occhi marroni,i più belli mai visti.
” Mi scusi,ma non mi ha chiesto cosa vuole…”disse imbarazzata.
“Non è mia abitudine farlo,il signore non c’è stamattina?”
“No,non c’è..” Abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
“Ormai dovrebbe andare in pensione è troppo vecchio per svegliarsi in orario la mattina, il tempismo è tutto”
“..in verità mio padre è morto stanotte..”disse con un filo di voce.
Merda.
“Scusami,non potevo sapere..”
Certo che il vecchio aveva buon senso dell’umorismo,morire il 1º di aprile.
“Figurati..” Il suo sguardo si fece cupo,le sue labbra iniziarono a tremare.
“No,ti prego no!” Dissi alzando le mani.
La ragazza iniziò a piangere a singhiozzi,più provava a trattenersi più uscivano lacrime.
Si portò le mani sul volto.

Rimasi lì immobile,travolto dal suo dolore.

Guardai l’orologio 7:52. Bene,al diavolo il caffè.

“La Gazzetta dello sport”
“Come?” Disse lei
“Tutte le mattine da circa 5 anni prendo la Gazzetta dello sport. Io e tuo padre non ci siamo mai scambiati una parola,mi limitavo a passargli i soldi e lui il giornale…mi dispiace per prima sono stato indelicato”
Si asciugò le lacrime con la manica del maglione e dopo poco sorrise.
Era come vedere il sole dopo un lungo inverno.
“Mi chiamo Anna piacere”
“Io Alex. Come mai Anna se tuo padre è morto ieri sera stamattina sei qui?”
Prese la Gazzetta dello sport e me la mise davanti.
“Tutte le mattine passa un uomo che non parla mai,prende il giornale,guarda il suo orologio e corre in ufficio…mio padre ci teneva ad esserci..” – in quel momento mi mancò il fiato. Stava parlando di me.- “così sono qui ,lo aspetto, come avrebbe fatto lui”

Non ci potevo credere,quel vecchio baffuto aspettava me tutti i giorni,solo per il suo stupido giornale.
Iniziai a sudare.
Guardai l’orologio 8:05. Cazzo.
“Devi andare?” Chiese lei.
“Si devo proprio scappare,scusa a presto!” Iniziai a correre senza sentire cosa mi aveva risposto,lasciando li la Gazzetta.
Il mio primo ritardo.
Poi pensai a lei. Così esposta al suo dolore e così forte nel affrontarlo.Solo per un’abitudine,mia e del vecchio..e chissà di quanta altra gente,che non presta nemmeno attenzione a chi dedica loro non solo un lavoro,ma il tempo.
Non sapevo neanche il nome di quel bastardo che mi faceva sentire così schiavo,così robotizzato dal lavoro,così ingrato.
Lo ero. Certo che lo ero.

Successe la mattina del 2 aprile. Uscì finalmente il sole ed io,buttai l’orologio.