Comune: MODENA
Provincia: Modena
Edicolante: Davide Manzini, viale Verdi


C’era una volta una bimba di nome Kareema che aveva 7 anni. Era di Modena e come tutti i bimbi amava giocare ed essere felice. Un giorno successe un fatto grave che lei non capì bene: i grandi erano tutti preoccupati, guardavano sempre delle immagini in televisione ed erano spaventati. Dicevano che a Parigi alcuni ragazzi avevano sparato ad altre persone e in molti si erano fatti male.
Lei aveva chiesto ai suoi genitori di spiegarle meglio cosa fosse successo, se loro fossero in pericolo, ma non era stata convinta dalle risposte sommarie dei grandi: le avevano detto che dei ragazzi cattivi avevano fatto del male a delle persone innocenti a Parigi, Ankara e Beirut.
Questa cosa sembrava molto più grande di lei, la spaventava e la riempiva di dubbi, ma Kareema era una bambina coraggiosa e intelligente così continuò a cercare una riposta alle sue domande.
Un giorno mentre giocava con i suoi amici nel parco vicino a casa sua, continuava a pensare alla faccenda senza darsi pace. Davanti al parco se ne stava tranquillo a fare il suo mestiere un’edicolante, un signore vecchiotto di nome Marco molto simpatico che rideva e scherzava con tutti. Allora Kareema pensò di chiedere a lui una risposta su cosa fosse successo a Parigi. Si avvicinò al gabbiotto rosso e dopo aver salutato l’edicolante chiese a lui perché quei ragazzi cattivi avessero fatto del male alle altre persone.
Marco, che era una persona molto saggia, disse a Kareema “Io non ti posso rispondere, ma dietro la mia edicola esiste un portale. Non tutti riescono a vederlo, soprattutto gli adulti, ma lì dentro potresti trovare le risposte alle domande che mi hai rivolto. Mi sembri una ragazza in gamba forse puoi riuscire a vedere ciò che alcuni posso scorgere. Vieni con me!”. Così uscì dal gabbiotto e andò dietro seguito dalla bambina. All’improvviso di fronte agli occhi increduli di Kareema apparve una porta grande, bellissima, fatta di pagine di libri, spartiti musicali e fotografie. Non aveva mai visto nulla di simile. Un passante adulto nel frattempo li guardava senza capire cosa stessero ammirando quei due. Marco disse “Prima le signorine!” indicando la porta con la mano e Kareema si gettò dentro spinta dalla sua enorme curiosità.
Finalmente all’interno Kareema e l’edicolante si ritrovarono in un luogo fantascientifico, una grande sala il cui soffitto e il pavimento erano trasparenti e su di questi apparivano e cambiavano costantemente immagini di fatti avvenuti in passato, di film, cartoni o addirittura libri. Kareema per un attimo dimenticò perché era lì e si perdette a guardare quello spettacolo a bocca aperta. Sulle pareti di questa sala gigante c’erano degli ologrammi di libri, riviste, manuali e altre cose strane.
Lei allora chiese Marco cosa dovesse fare per trovare le sue risposte e lui rispose “Ora ti guiderò nel mare della conoscenza” così si avvicinò ad un computer che si trovava davanti a loro e scrisse qualcosa nel motore di ricerca. Istantaneamente si illuminò un libro in fondo alla sala e lui disse “Tocca quel libro e saprai”..
Kareema non se lo fece ripetere due volte. Corse davanti al libro e lo toccò con la mano.
L’ologramma allora si aprì e una voce cominciò a raccontare una storia accaduta molto tempo prima. “C’erano una volta tre bambini di nome Ryan, Andrea e Amed. All’inizio erano tutti e tre uguali: erano felici di andare a scuola, avevano degli amici e si divertivano a giocare insieme. Ma un giorno Ryan minacciò gli altri due di rubare loro le merende, i loro giochi e gli amici se non avessero riconosciuto lui come capo dei bimbi del quartiere. Andrea non lo riconobbe. Pertanto subì delle angherie da parte di Ryan e fu costretto a consegnargli la merenda tutte le mattine, ma non gli furono tolti i giochi, né gli amici. Amed invece preso dalla paura riconobbe Ryan come capo, ma nonostante questo gli furono sottratte le merende e i giochi; e poiché Ryan da quel giorno cominciò a descriverlo come uno sfigato fu allontanato anche dagli altri bambini, compreso Andrea.
Amed divenne sempre più triste perché vedeva gli altri bambini divertirsi e lui si sentiva diverso: veniva sempre escluso dai giochi e gli dicevano che era brutto per il colore della sua pelle (anche se non era vero). Andrea non era più felice come una volta ed era dispiaciuto per Amed, ma non trovava la forza per ribellarsi. Così Ryan spadroneggiava facendo il bullo.
Con il passare del tempo Amed smise di essere triste e cominciò ad odiare Ryan oltre ogni limite. E odiava anche tutti gli altri amici che lo avevano escluso, compreso Andrea.
Il tempo passava e l’odio di Amed cresceva insieme alla sua emarginazione, così un giorno decise di vendicarsi. Scelse di prendere tutte le cartelle dei suoi compagni durante il momento di riposo, li riempì dei loro giochi e dei libri e li buttò nella spazzatura. Quando gli altri scoprirono l’accaduto successe il finimondo a scuola. Le insegnanti convocarono una riunione con i genitori e tutti condannarono il gesto di Amed, alcuni anche accusandolo per il colore della sua pelle, e in molti chiesero che venisse picchiato davanti a tutti per espiare la sua colpa.
Ma ad un certo punto Andrea inorridito dalla situazione che si era venuta a creare e mortificato per ciò che era successo ad Amed, che nel frattempo piangeva avendo capito di aver sbagliato e spaventato dalle conseguenze, si alzò in piedi e chiese di parlare. Raccontò tutta la storia di Ryan e delle sue minacce e spiegò ciò che era successo, chiedendo scusa ad Amed davanti a tutti.
Così a Rayan fu spiegato che aveva fatto una cosa molto brutta, che aveva ferito Amed e fu messo in punizione. E anche agli altri bambini fu spiegato che avevano sbagliato nel trattare male Amed e dovettero fare ammenda.
Fu così che Amed tornò ad essere felice e tutti ripresero ad essere amici e a giocare insieme”.
Finita la favola l’edicolante disse: “Ti è piaciuta?” E la bambina disse “Sì, ma non ho ancora capito perché quei ragazzi si sono comportati male a Parigi”. Allora lui rispose “Quei ragazzi che si sono comportati male a Parigi sono come il piccolo Amed, basta ridare loro l’amore e la felicità che gli è stata sottratta e torneranno ad essere buoni come lo sei tu”.
Finalmente Kareema aveva capito così corse dai genitori a spiegare loro la soluzione a quel problema.
Era contenta ora e aveva meno paura. Sapeva che avrebbe dovuto semplicemente essere gentile con i suoi compagni di scuola e gli altri bambini e tutto sarebbe filato liscio. E forse anche gli adulti avrebbero capito come aiutare i ragazzi più grandi di Parigi.
I quel giorno dopo, mentre stava giocando a scuola con i suoi compagni, vide uno di loro che se ne stava in disparte seduto e aveva una faccia scura scura. Così si avvicinò a lui e gli chiese:”Cosa c’è Antonio?”. E lui tutto corrucciato rispose che era arrabbiato perché suo fratello gli aveva rubato il videogioco e non poteva riaverlo perché i loro genitori non riuscivano a convincere il fratello maggiore a restituirglielo. Era arrabbiato e triste, non sapeva come comportarsi.
Allora Kareema, che era una bambina molto intelligente gli disse:”Davanti alla gelateria c’è un’edicola. Vai lì, c’è un signore molto gentile e molto saggio che può aiutarti a capire come fare”.
Antonio ci andò e in seguito fu meno triste perché aveva trovato un modo per risolvere dei problemi che prima considerava enormi e lo facevano soffrire.
Kareema cresceva felice e quindici anni più tardi aprì una sua edicola perché si era innamorata di quel portale segreto e di tutti i libri, giornali, le riviste che poteva contenere e della magia che questi generavano. E così per tutta la sua vita aiutò gli altri a ritrovare la felicità convinta che quello fosse il lavoro più bello del mondo.